Esperienza traumatica, che lascia un segno profondo nella vittima

Esperienza traumatica, che lascia un segno profondo nella vittima

Da il Corriere della Sera (Bergamo) del 25 ottobre 2012:

INCHIESTA, FURTI IN CASA: LA PSICOLOGA RISPONDE

I disturbi acuti da stress sono i sintomi che più spesso si possono presentare in chi abbia subito un furto nella propria abitazione. “Chi subisce un furto in casa si sente invaso in un ambiente in cui si sentiva al sicuro e protetto dall’esterno – spiega Tiziana Romano, psicoterapeuta di Bergamo. Il furto rappresenta un’intrusione estranea e improvvisa nella propria intimità, lasciando la persona sorpresa e violata negli aspetti più personali. È un’esperienza traumatica che, se persiste nei suoi sintomi e va a intaccare l’incolumità personale, rientra nei disturbi post-traumatici da stress, viceversa si parla di disturbo dell’adattamento o disturbo acuto da stress”. Le reazioni di sconcerto, smarrimento e paura si aggiungono alla percezione di danneggiamento e deprivazione, mentre “ciò che è predittivo di un disturbo più grave – continua la psicoterapeuta – è la durata di questi sintomi che, normalmente, dovrebbero risolversi nell’arco di uno o due mesi. Nelle situazioni più traumatiche il soggetto arriva anche a cambiare le proprie abitudini di vita perché vittima di pensieri intrusivi e negativi relativi al trauma”. In letteratura non si evidenziano sostanziali differenze di genere nell’ affrontare questo tipo di trauma, ma le donne sembrano avere maggiore propensione a esprimere le proprie emozioni con gli altri, tanto che condividendole riescono a metabolizzare gradualmente l’esperienza. “Gli uomini tendono purtroppo a manifestare meno i propri vissuti emotivi – continua Romano – e i propri disagi psicologici. Questo rallenta, o nei casi peggiori, congela il processo di elaborazione del trauma che si trasforma spesso, in sintomi psicosomatici, facendo parlare il corpo al posto delle emozioni”. La prognosi di questa esperienza negativa può in genere essere molto differente, in base alla vulnerabilità personale e alla resistenza dell’individuo di fronte agli eventi stressanti di vita. È il caso di Alessandra M. che è riuscita a superare bene il colpo di un furto nella sua villetta di Fara Gera D’Adda. “Sono entrati di notte, quando non eravamo in casa – racconta – forzando la portafinestra del retro e portandosi via poche cose, tra cui le scarpe da cerimonia di mio marito e fermandosi, nientemeno, per uno spuntino nella nostra cucina. Nonostante questo, e il fatto che siano entrati nella mia camera, da letto mettendola letteralmente a soqquadro, mi considero fortunata per non aver avuto successivi brutti contraccolpi emotivi. Ma i genitori di Alessandra non hanno avuto la stessa fortuna. ” Hanno subito già due furti, uno quando stavano dormendo e un altro in pieno giorno, che ha lasciato su di loro dei segni emotivi più profondi – prosegue Alessandra- . Durante il secondo furto i ladri hanno trafugato persino il cassatone dove tenevano i ricordi di una vita, le catenine, le fedi e gli orologi da collezione di mio padre. Oggi, nonostante tutti i sistemi di sicurezza che hanno fatto mettere, non si sentono affatto sicuri, tanto più da quando hanno saputo che dei loschi individui stavano armeggiando, in pieno giorno, davanti al loro cancello”. Il tutto in soli sei anni. Negli anziani questo tipo di trauma può lasciare degli strascichi pia lunghi, l’abitazione è il luogo in cui, avendo ristretto lo spazio di movimento, passano là maggior parte del loro tempo. “Essere violati in casa propria viene vissuto quindi emotivamente in modo più traumatico e destabilizzante: l’anziano, essendo più debole e vulnerabile, può attivare dei meccanismi psicologici che lo fanno regredire, richiedendo la presenza fisica di un parente che funga da catalizzatore e regolatore del suo stato d’ansia e di paura.”

COME SUPERARE IL TRAUMA
Passati i primi momenti, l’individuo deve cercare di raccogliere le idee, di farsi coraggio e di prendere le distanze emotive da quanto accaduto. “Inizialmente è importante la presenza di persone care ed è utile prendere la distanza da casa propria per alcuni giorni, dormendo da parenti e amici fidati – consiglia la psicoterapeuta – Successivamente vanno presi dei provvedimenti per abbassare lo stato di allerta e di allarme nella quale la persona si trova; va fatta una consulenza, dal proprio medico per garantire il riposo e il sonno notturno, senza trasformare questo trauma in uno stato d’allerta cronico”. I sintomi dovrebbero durare al massimo uno o due mesi, ma se la situazione non migliorasse (la persona diventa più nervosa, irritabile con disturbi del pensiero e del sonno, con una ipervigilanza che è il segnale di livelli di arousal ancora troppo elevati), è utile una consulenza psicologica per l’elaborazione del trauma.

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