Insonnia: curarla per tornare a sognare!

Insonnia: curarla per tornare a sognare!

Soffrire di insonnia significa trovarsi in una condizione in cui si prova poca soddisfazione riguardo la qualità e la quantità del proprio sonno. Generalmente chi soffre di disturbi del sonno lamenta sintomi comuni come difficoltà nell’addormentarsi, risvegli continui notturni e spossatezza alla sveglia.

Disturbo del sonno: caratteristiche principali

Ci sono dei sintomi ben precisi che consentono di identificare questa problematica. I principali, come già accennato, sono l’incapacità di addormentarsi (definita insonnia precoce), i continui e lunghi risvegli durante la notte (insonnia di mantenimento) e i risvegli anticipati al mattino (insonnia tardiva). Inoltre queste caratteristiche possono presentarsi anche contemporaneamente e in questo caso si parla di insonnia mista.

Chi sospetta di soffrire di insonnia può intuirlo valutando specifici criteri che consentono di identificare anche il grado del problema. Innanzitutto occorre prestare attenzione al periodo di tempo di cui si necessita per addormentarsi la prima volta e dopo i successivi risvegli. Se questo corrisponde o supera i trenta minuti ci si potrebbe trovare di fronte a un problema di insonnia. Inoltre è importante valutare se questi sintomi sono presenti con una frequenza di almeno tre notti a settimana e per tre mesi.

Identificare i sintomi è il primo passo per poter trovare una soluzione all’insonnia che, oltre ad essere un serio disturbo del sonno, comporta anche delle problematiche durante tutto il resto della giornata. Chi soffre di insonnia solitamente non riesce a concentrarsi in modo adeguato nelle semplici attività giornaliere e al lavoro. A lungo andare i disturbi del sonno possono essere causa di insorgenza di altre problematiche come ansia, stress e depressione, ma spesso sono anche una conseguenza di queste malattie.

La cura farmacologica

I medici di base, erroneamente, consigliano spesso come primo intervento contro l’insonnia, il ricorso alla terapia farmacologica. Soprattutto in pazienti anziani, è comune prescrivere dei farmaci ipnoinducenti. In condizioni di stress evidente possono prescrivere farmaci contenenti benzodiazepine che riducono l’ansia e favoriscono rilassamento.

L’utilizzo di questa tipologia di farmaci è però da valutare con attenzione soprattutto se si assumono per più di due settimane. Gli effetti collaterali sono molto seri. Si passa, infatti, da vertigini a sonnolenza oltre che assuefazione. Interrompere l’assunzione di questi farmaci, infatti, crea astinenza e comporta il ripresentarsi della problematica di disturbo del sonno, anche in maniera più aggressiva.

Utilizzare la terapia farmacologica, quindi, rischia di lasciare inalterato il problema dell’insonnia.

Le principali cause dell’insonnia

Sono diversi i motivi che possono causare l’insonnia. È importante sottolineare che in alcuni casi questa problematica può essere risolta in poco tempo, in altri invece può addirittura diventare cronica e causare conseguenze più gravi.

Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo al manifestarsi dell’insonnia. Quando si parla di cause occorre distinguere l’insonnia primaria, tipica nei pazienti che non hanno patologie o altre problematiche che la giustificano, e insonnia secondaria, spesso causata da malattie a livello psicologico.

Fatta questa doverosa differenziazione una delle cause più comuni che dà vita all’insonnia sono alcuni stati d’animo presenti nell’individuo come stress, ansia, rabbia, depressione e così via. L’insonnia spesso infatti è dovuta ad un senso di instabilità emotiva che rende la persona disorientata e incerta rispetto alle sue sicurezze emotive d’identità e di relazione.

Ogni persona durante il periodo del sonno attraversa momenti di risveglio. Spesso si tratta di periodi così irrilevanti che non lasciano un ricordo. Alcune persone tuttavia rimangono sveglie per più tempo. Accorgendosene è facile poi rimanere svegli anche per ore. A contribuire alla difficoltà di tornare a dormire è anche l’assunzione di sostanze come caffeina, alcol o droghe, oltre che problematiche di tipo fisico e psicologico.

L’insonnia da stress

Non avere un sonno regolare, che segua i normali ritmi biologici, può causare delle alterazioni sull’equilibrio fisico e psichico di una persona.

L’ormone dello stress, conosciuto come cortisolo, è un regolatore delle nostre attività. Viene prodotto dalle ghiandole surrenali e, in caso di stress acuto, può crearsi un problema di regolazione della sua produzione. Le conseguenze di questo cambiamento sono solitamente problematiche relative al sistema immunitario, endocrino, nervoso e cardiovascolare.

Non dormire per un adeguato numero di ore può compromettere gravemente il sistema nervoso centrale. Questo significa essere maggiormente soggetti a potenziali problematiche e patologie di tipo psichico come disturbi dell’umore e disturbi dell’attenzione.

I Sogni

Alcuni approcci teorici ritengono che gli incubi possano essere una delle cause dell’insonnia. Tuttavia Antonino Ferro, psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana, la pensa diversamente. Egli sostiene infatti, in un’intervista pubblicata su “L’espresso”, che «i sogni sono troppo importanti, sono il modo in cui metabolizziamo quanto ci succede, creando scene anche drammatiche e violente per mettere ordine, attraverso un processo catartico, in ciò che ci accade dentro e passare oltre. Il sogno è un processo digestivo, che ci aiuta a metabolizzare il mare di emozioni, eventi e sensazioni che ci affollano la mente. Se riusciamo a sognare significa che la digestione funziona».

Antonio Ferro afferma che il compito dell’analista è proprio quello di aiutare il paziente a sognare quello che non è stato capace di sognare da solo.

La psicoterapia come rimedio per l’insonnia

Intervenire con un trattamento di psicoterapia in situazione di insonnia cronica è il primo passo, evitare la cura farmacologica inizialmente è interesse di tutti, in quanto ciò potrebbe comportare l’insorgere di dipendenza ed altri effetti collaterali che peggiorerebbero la situazione.

Prima di confermare una diagnosi e relativa terapia occorre con lo specialista procedere con una valutazione iniziale del disturbo e prendere in considerazione quanto emerge dall’anamnesi. Questo serve ad individuare quali siano le precise caratteristiche del disturbo del sonno di cui soffre la persona in questione e valutarne cause e ripercussioni.

Fondamentale è ritrovare la fiducia e la sicurezza interiore attraverso la relazione terapeutica. Alcune delle tecniche utilizzate come terapia possono essere dalla più recente EMDR fino alle tecniche di rilassamento e mindfulness.

Ogni caso va quindi analizzato a sé per determinare il corretto percorso terapeutico, l’approfondimento sulle tecniche adeguate per singolo paziente andrà discusso con la psicoterapeuta direttamente in studio.

In quali casi occorre chiedere il supporto di un medico

Il periodo che abbiamo appena passato di pandemia e chiusura, sia fisica che sociale, ma ancor di più la condizione d’insicurezza nella quale viviamo da circa due anni stanno notevolmente aumentando l’insorgere di casi di insonnia causata da stress e ansie nella popolazione.

Chiedere la consulenza e il consiglio di uno specialista è opportuno nei casi in cui i disturbi del sonno interferiscono in modo significativo nella qualità generale della vita. Dormire poco e male, infatti, riduce sensibilmente le energie e compromette a lungo andare

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