La guerra in Ucraina e l’onda lunga della pandemia: come affrontare le reazioni psicologiche a questi eventi stressanti

La guerra in Ucraina e l’onda lunga della pandemia: come affrontare le reazioni psicologiche a questi eventi stressanti

Negli ultimi anni ci siamo trovati davanti a sfide importanti, tutti noi come collettività. Abbiamo fronteggiato eventi che non avevamo previsto di dover affrontare, eventi tanto inusuali da catapultarci in situazioni a noi nuove, sia a livello di vita quotidiana che di vita interiore e psicologica.

La pandemia prima, la guerra ora, ci hanno messo davanti all’assoluta imprevedibilità ed eccentricità della realtà e per questo alcuni tra voi avranno magari dovuto affrontare momenti complicati e conseguenze psicologiche in seguito a queste particolari vicende che ci hanno colpito.

 

Le reazioni psicologiche davanti alla pandemia e alla guerra

 

Per quanto ci sia concesso in questo contesto proveremo ad approfondire alcune delle più comuni reazioni psicologiche indotte dalla pandemia prima e dalla guerra poi, di modo che, come sempre accade  in psicologia, possiamo prima  conoscere il problema e sviscerarlo per poi sapere come intervenire per risolverlo.

Molti dei comuni sintomi li avrete sicuramente provati in altre situazioni più o meno critiche della vita, ma altri sono invece estremamente collegati a grandi ed intensi periodi di stress come quelli che abbiamo vissuto negli ultimi anni: un diffuso senso d’impotenza, che a tratti può scaturire in rabbia, pensieri negativi che si insinuano in noi, compromettendo anche l’immagine che abbiamo di noi stessi e la nostra fiducia nel futuro, poiché la realtà attorno ci ha dimostrato di poter diventare critica da un momento all’altro quando la nostra capacità di risoluzione viene messa in crisi.

Alcuni avranno riscontrato difficoltà ad addormentarsi accompagnata da un senso  d’insicurezza, rimanendo in uno stato costante di allerta. Un mondo in cui, in ogni momento possono subentrare dinamiche più grandi di noi a sconvolgere la routine, ci porta a non riuscire a godere del “qui e ora” o a proiettarci nel futuro con una progettualità serena.

Potrebbero poi presentarsi anche problemi più prettamente somatici, come mal di testa costante, mal di pancia o astenia, tutte conseguenze spesso riscontrate in momenti di grande stress e smarrimento generalizzato; momenti in cui sembra che né noi, né le persone che ci stanno accanto abbiano la soluzione ai problemi che ci affliggono come comunità perché fuori dal nostro controllo (come ad esempio una guerra), o semplicemente perché fino ad allora sconosciuti.

Altre reazioni possono essere ben più gravi come la depressione con totale perdita di speranza per il futuro ad esempio, sintomo che rischia poi di trascinarsi e perdurare nel tempo anche ad evento traumatico concluso. L’angoscia sperimentata può ripresentarsi in altre occasioni future evocata da stimoli precisi, causando attacchi di panico che sembreranno apparentemente senza motivazione. Per questo occorre agire per tempo, riconoscere tali sintomi e intervenire chiedendo un supporto psicoterapeutico.

Diverse sono quindi le problematiche di tipo psicologico, che probabilmente molti  avranno avuto modo di riscontrare in questo ultimo periodo, ma ruolo della psicologia e della psicoterapia è anche quello di proporre soluzioni a questi turbamenti per  poter affrontare al meglio la situazione.

 

Come alleviare queste reazioni psicologiche?

 

A partire dal privato, dalla quotidianità, ecco allora alcuni consigli per alleviare le reazioni più comuni e meno gravi.

Una delle prime cose che spesso è necessario fare per iniziare a provare a risolvere queste problematiche psicologiche è rendersi conto e accettare quello che sta succedendo al nostro corpo e al mondo intorno a noi.

Stare in ascolto è fondamentale, non provare a negare che stiamo affrontando un periodo problematico ma realizzare che le reazioni della nostra psiche sono del tutto giustificate e razionali.

Spesso conseguente a questa fase di “accettazione” è una buona idea condividere le proprie ansie con chi ci sta vicino, con qualcuno che sa ascoltare, facendolo principalmente per due motivi: innanzitutto la condivisione ci può confortare sul fatto che non siamo soli nel vivere questo momento di difficoltà, ma che anzi anche altri si trovano spesso a fronteggiare le stesse criticità.

In secondo luogo parlarne può portare ad aprirci e prospettarci invece nuovi punti di vista, rendendo le emozioni disturbanti più digeribili ritrovando  quindi un po’ di serenità e fiducia nel futuro.

Un supporto ci viene poi dalla Mindfullness, una disciplina che apre nuovi modi di stare al mondo. La persona ritrova anche con esercizi di “grounding”, abbinati ad esercizi di respirazione, la sua presenza nel mondo, la consapevolezza del momento presente, senza perdersi in pensieri ed elucubrazioni. La Mindfullness  aiuterà a diventare consapevoli dei pensieri negativi e a saperli controllare.

Un suggerimento fondamentale è  poi quello di cercare di limitare l’esposizione ai media, soprattutto prima di andare a dormire. Restate informati certo, ma non fatevi sopraffare dal loop continuo di notizie, spesso condite di sensazionalismo, che circolano sui media in periodi così eccezionali come quelli che abbiamo vissuto negli ultimi due anni.

 

La psicoterapia come supporto relazionale

 

Quando momenti così impattanti, come una pandemia mondiale o una nuova e vicina guerra, mettono in crisi il nostro concetto di normalità e di rapporti sociali, è utile cercare invece di ritrovare la sana socialità, la voglia di stare in compagnia e di condividere bei momenti.

Il ruolo della psicoterapia può essere fondamentale per la risoluzione di determinate reazioni psicologiche che possono compromettere la qualità di vita delle persone e delle loro relazioni con lo scopo di ritrovare fiducia e amore nel presente e nel futuro.

Il pensiero della psicoterapia è che la complicata correlazione tra pensieri emotivi e comportamenti sia la spiegazione di come le problematiche derivanti dalla sfera emozionale siano il prodotto di credenze disfunzionali che perdurano nel tempo causando meccanismi di mantenimento. Grazie a un approccio psicoterapeutico si può agire attivamente sul pensiero razionale per liberare le emozioni negative, tornare ad avere il controllo delle proprie azioni e godersi la vita in totale normalità.

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