Le conseguenze psicologiche di una prolungata restrizione sociale

pandemia a psicologia

Le conseguenze psicologiche di una prolungata restrizione sociale

Covid-19 e conseguenze psicologiche

Il periodo che stiamo vivendo risulterà  sicuramente un fatto negativo della nostra storia, non solo per ciò che sta accadendo attorno all’intera popolazione, ma anche per le conseguenze che ognuno di noi si porterà dentro.

Quotidianamente telegiornali e giornali ci aggiornano sull’andamento della situazione, talvolta con quella frenesia e accanimento che non  rassicurano assolutamente  le persone ma  le portano ad uno stato di “terrore” e “angoscia” anche  per la prolungata incertezza  che  non trova  a distanza di un anno  una soluzione chiara e certa.

Mascherine, gel igienizzanti, bar, ristoranti e scuole chiuse causano degli squilibri non da poco, ma si è mai preso in considerazione lo strascico psicologico che questa pandemia sta lasciando alle spalle?

Ci si è molto preoccupati sulle varie misure anti-contagio fisiche, ma si è perso in parte  di vista lo stato psicologico che regna in questo momento particolare.

Il punto cruciale è che questo problema non riguarda solo l’immediato, non è esclusivo di questo periodo di pandemia effettiva, ma ricadrà anche nelle fasi successive e  negli anni a venire. L’isolamento sociale imposto, la reclusione nelle proprie dimore, la paura e l’incertezza di ciò che avviene e che avverrà possono  avere ripercussioni psicologiche non indifferenti.

In Italia già molte persone soffrono di depressione e/o disturbi d’ansia,  come mai quindi non si affronta adeguatamente questo aspetto? Queste persone come possono sentirsi e come possono vivere in questa situazione?

Gli studi

Come ormai è noto, ai primi segni di contagio da Coronavirus anche se non accertato, la soluzione è la quarantena o l’isolamento per 15 giorni.

Questo significa non avere contatti con nessuno della famiglia, amici, parenti e trovare soluzioni ed escamotage per farsi recapitare la spesa o le medicine.

Si pensi solo quanto sia frustrante rimanere chiusi in una stanza con l’incertezza che fa da sovrano.

Degli studi condotti a riguardo hanno dimostrato che i primi dieci giorni vengono superati abbastanza bene, ma già dall’undicesimo la mente comincia a dare i primi segni di cedimento.

Infatti, è emerso che ciò che si sviluppa maggiormente è lo stress, l’ansia ed il nervosismo. Bisogna tenere però presente che spesso l’isolamento è stato molto più lungo del previsto e le conseguenze psicologiche che si sono verificate sono state trascurate.

Ciò va aggiunto allo stato di restrizioni che viviamo in modo generale ogni giorno, senza poter uscire con amici, familiari, senza poter cenare tranquillamente in un ristorante. La nostra vita è cambiata drasticamente, quel che peggiora la situazione è che si sta prolungando nel tempo.

Le effettive conseguenze psicologiche del Coronavirus

Una delle conseguenze psicologiche più evidenti, risultato di questo periodo di pandemia, è la paura ossessiva di essere contagiato, infettato o di infettare qualcun altro senza saperlo.

È stato constatato che in periodi come questo la mente umana è in grado di produrre pensieri poco razionali e di totale paura e ansia. Dal momento in cui viene confermato lo stato di allerta ci si affida a fonti di notizia che si pensano essere sicure, si mette in atto ciò che viene raccomandato ed imposto, tuttavia poi  involontariamente si sviluppano dei pensieri che forse vanno ben oltre.

Un esempio è quello in cui molte persone sono letteralmente ossessionate dal fatto che il cibo che mangiamo è contaminato o che gli animali possono essere portatori di Covid. Questi pensieri irrazionali sviluppano in un individuo dei veri e propri atteggiamenti ossessivi – compulsivi.

Un’altra conseguenza constatata è la depressione. La vita prima di questa pandemia era frenetica, ci si divideva tra lavoro, casa, amici e famiglia. Le strade erano trafficate e a volte ci si lamentava delle troppe macchine, poi  da un giorno all’altro ci si è trovati costretti ad essere chiusi in casa, senza poter vedere nessuno e quando ci si affacciava al balcone il silenzio e il nulla regnavano.

Ecco che, prima di capire come poter organizzare la “nuova” vita, la frustrazione e la noia erano le due principali protagoniste della giornata. La libertà, non solo fisica ma anche mentale, che caratterizza l’essere umano in questa situazione,  viene meno e vi sono state conseguenze davvero importanti. Molte persone, ad esempio, si sono isolate e questo comportamento ha alimentato   uno stato interiore  caratterizzato da depressione, angoscia e paura.

Un altro fattore, che potrebbe sembrare privo di importanza, è l’acquisto compulsivo. Molte persone hanno reagito a questa pandemia come una vera e propria guerra annunciata, precipitandosi in supermercati e farmacie e facendo scorte per la paura di non trovare i beni necessari per la sopravvivenza. Nonostante tutti i negozi ed i supermercati fossero ben riforniti e sempre a disposizione dei cittadini, la mente umana ha scatenato un senso di paura irrazionale facendo scorte non motivate ed esagerate alimentando un pensiero  eccessivamente ansioso e  preoccupato che non ha giovato al proprio equilibrio interiore.

Covid-19, conseguenze psicologiche e adolescenti

Ciò che il Covid-19 sta lasciando dietro di sé fa paura sia a livello economico, sociale ma soprattutto psicologico. Molta poca attenzione è stata rivolta al quadro mentale, specialmente sugli adolescenti.

L’adolescenza è una delle fasi più complicate sia da vivere che da gestire. E’ quella fase che necessita di aggregazione, di confronto e di supporto da parte dei propri pari e questa situazione non ha fatto altro che portare via loro tutto questo.

Ai ragazzi è stato negato quello di cui hanno bisogno, obbligandoli ad una chiusura tra le mura domestiche sviluppando conseguenze psicologiche disastrose:  stress acuto e cronico, senso di non appartenenza, paura per sé e per i propri cari, dover affrontare lutti improvvisi, isolamento, dipendenza dai social, irritazione, alterazione ritmo sonno-veglia, depressione.

Passare qualche giornata a scuola con mascherine e distanziamenti ed il giorno dopo chiusi di nuovo in casa a fare lezione tramite un monitor di un computer destabilizza i nostri ragazzi. Senza contare che il mondo di internet e dei social, se prima era già radicato nella società moderna, ora è quasi una mania.

Sono stati condotti vari studi a riguardo, specialmente sull’impatto che ha avuto il lockdown sugli adolescenti e ciò che è emerso è allarmante.

Se in un primo momento il fatto di non dover andare a scuola e restare a casa poteva sembrare una cosa positiva per loro, dopo poco tempo si è trasformato in una tragedia e i risultati di tali studi hanno dimostrato che le principali conseguenze psicologiche sugli adolescenti sono stress post traumatico, ansia e depressione.

Inoltre, è stato affermato che sono più le ragazze a soffrire di questi disturbi rispetto ai ragazzi.

Inoltre , il fatto di  non dover andare più a scuola o comunque fare le attività quotidiane ha portato anche a degli squilibri generali della vita :  ritmo sonno/veglia non regolari, nessuna attività fisica, diete squilibrate e attività ossessive per i dispositivi elettronici digitali.

Si tenga presente anche un altro aspetto: il clima familiare. Questo periodo di lockdown ha portato a preoccupazioni, a pensieri negativi e di paura anche per quanto concerne il posto di lavoro dei genitori.

L’incertezza che regna ha portato screzi e litigi ed il ménage familiare ha subito cambiamenti notevoli. Ciò non aiuta la psiche di un adolescente ,che già si è trovato costretto all’isolamento da amici e parenti e si trova anche a  combattere con una situazione familiare poco serena e molto incerta.

L’importanza del supporto psicologico

Come combattere ed evitare tutto ciò? In questo periodo ogni sforzo deve essere rivolto al supporto per contrastare la paura ed evitare il pensiero catastrofico.

La consulenza di uno psicoterapeuta può sicuramente aiutare inizialmente ad alleviare le ansie , proseguendo poi con una terapia mirata per sanare alla base la fonte del disagio.

Il consiglio è sempre di rivolgersi ad esperti, anche tramite un primo contatto telefonico o in videochiamata in modo che possano conoscere e valutare lo stato di crisi ed iniziare una terapia adeguata per un ritorno graduale alla normalità.

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